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A Cosenza nasce We Work Italia

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A Cosenza nasce We Work Italia: intervista al Neo Presidente Chiara Vivone

 

 

 


Chiara Vivone, 28 anni, Presidente della neonata Associazione We Work Italia. In una frase un sacco di cose che ci piacciono e direi un po’ controtendenza, una donna, giovane, imprenditrice, in un progetto italiano che si occupa di lavoro.
Sembra quasi una favola di questi tempi e invece è una “favolosa” realtà...



Chiara, il nome dell’associazione che presiedi We Work Italia (www.weworkitalia.com) è affascinante ma impegnativo: da dove nasce e cosa vuole trasmettere?
chiaravivonebig.jpgWe Work Italia nasce sulla scia di The Hub, esperienza di coworking internazionale, e sui valori dell’economia del noi. In questi tempi di crisi, non solo economica, ma anche valoriale ed esistenziale diventa impellente il bisogno di un rinnovamento personale che, a nostro avviso, non può che passare attraverso la rivoluzione del proprio modo di lavorare. Alcuni punti fondamentali della nostra mission sono:

● Promuovere la cultura del lavoro con particolare attenzione alla consulenza per l’imprenditoria giovanile;
● Promuovere forme di economia in sintonia con la We Economy e la Blue Economy;
● Promuovere l’educazione permanente e la long life learning, con particolare attenzione ai fondi interprofessionali;
● Divulgare e promuovere la responsabilità sociale delle imprese (certificazione SA 8000) e lo sviluppo sostenibile;
● Divulgare e promuovere la nuova cultura del baratto e dello scambio di sapere solidale;
● Promuovere la cultura di genere, attraverso contatti fra persone, enti ed associazioni;
● Proporsi come luogo di incontro e di aggregazione;
● Avvicinare cultura del profit e del no profit: finanza etica, marketing sociale, modelli organizzativi adeguati alla complessità e alla We Economy, ecc.;
● Ricercare e proporre nuovi modelli organizzativi e d’impresa, per passare dalla cultura della competizione alla cultura della cooperazione, dalla prevaricazione alla condivisione.


Quali sono quindi in concreto le attività che l’Associazione si propone?
Prima di tutto la nostra accoglienza. La nostra sede è dotata di cinque postazioni di lavoro da poter utilizzare per incontrare clienti e/o soci e/o partner di progetto con annessa connessione wi-fi. Nel week end si trasforma in un’aula formativa, che può ospitare fino a 20 persone, per workshop, seminari e laboratori, oppure in una sala riunioni a disposizione per associazioni, condomini, ecc. Offriamo anche servizi di segreteria e tutoraggio per corsi, seminari ed eventi di vario genere anche non direttamente organizzati da We Work Italia. Inoltre, nella nostra sede è possibile prepararsi dei pasti veloci e delle pause caffè confortevoli. Infine, con gli associati di We Work Italia organizzeremo megafeste, serate di cineforum e tanti campionati di Cittadini (potentissimo strumento di orientamento non convenzionale!), un simpaticissimo Gioco di educazione alla legalità e...non ci si annoia mai!!!

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I vostri interlocutori sono quindi esclusivamente giovani oppure c’è speranza anche per noi diversamente young?

Sicuramente i nostri interlocutori privilegiati sono i giovani, in particolare quelli che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro. Ma non facciamo discriminazioni nei confronti dei “diversamente young” – come li chiami tu!!! – anzi i “diversamente young” diventano preziosi bacini di esperienze da condividere che, attraverso la condivisione e lo scambio, diventano occasioni di crescita per entrambi.


In che modo pensi che questa iniziativa si differenzi da altri modi di promuovere l’imprenditoria e l’occupazione?
Il cambiamento di prospettiva è il nostro cavallo di battaglia: ovvero costruire concretamente il passaggio dalla competizione alla cooperazione. L’imprenditoria che promuoviamo noi è un tipo di imprenditoria che punta a valorizzare la responsabilità sociale di impresa, la certificazione etica SA 8000 e la long life learning, mettendo sempre al centro la persona, sia essa utente, cliente, paziente e/o fornitore.


Che ruolo ha la “rete” in questo progetto?
Nel nostro progetto il ruolo della rete è decisivo. La rete è lo strumento per veicolare la condivisione delle informazioni e lo scambio di sapere solidale. In controtendenza rispetto ad un sistema che abitua a prendere senza dare, a correre da soli sgomitando contro tutto e tutti, a predicare bene e a razzolare male, e determina la perdita di valori e porta a considerare il network ed il networking come qualcosa di paradossale e senza senso. Noi intendiamo il networking come un processo di creazione di ricchezza morale e materiale simile al processo creativo che avviene nel nostro cervello attraverso le sinapsi, cioè strutture che collegano un neurone con uno o più neuroni. Maggiore è il numero di sinapsi, maggiori le capacità di sviluppare connessioni che determinano risposte adatte per la soluzione dei problemi.

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E venendo a te, da dove nasce e come hai coltivato questa passione per il lavoro, per l’innovazione, direi per le persone?
Parlando di me non posso prescindere dalla mia famiglia e dai valori che ho ricevuto, appreso e fatto miei, nel processo educativo fino ad ora compiuto. Poi la formazione umanistica degli anni del liceo e gli anni dell’Azione Cattolica hanno fatto sì che sviluppassi un’attenzione e una passione per le persone e per il loro benessere, sia fisico che psichico, tant’è che mi sono iscritta alla Facoltà di Psicologia. Durante gli anni della formazione accademica ho centrato la mia attenzione, non più tanto sulla cura del sintomo ma sulla sua prevenzione, che passa attraverso un modo di fare formazione ed educazione che vede l’educando, con le sue risorse, capacità e competenze, protagonista all’interno del proprio processo educativo. Interessandomi al benessere della Persona, non potevo prescindere dal riservare un’attenzione particolare al mondo del lavoro, soprattutto per la fase storico-economica che stiamo vivendo. Da questo punto di vista mi sento coinvolta in prima persona, come giovane laureata e inoccupata, e che grazie a We Work Italia mi sono inventata un lavoro lasciandomi ispirare dai miei interessi e passioni, con la possibilità di mutuare esperienze che provengono da altre parti d’Italia.


28 anni: solo lavoro … o anche altri sogni e progetti personali?

Certamente sì. Ora sono impegnata, oltre che nella promozione di We Work Italia, nel completamento di un Master in Counselling socio-educativo e a gennaio mi iscriverò alla Scuola di specializzazione in Psicoterapia Familiare. Vorrei andare almeno una volta nella vita in Canada, in Africa e in Australia e magari creare una mia famiglia.

Grazie è stato un piacere!!!


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www.weworkitalia.com