Venerdì, 28 Marzo 2003 00:00

Sempre a combattere?!

Scritto da  ManagerZen
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E chi non vorrebbe una vita che sia un viaggio avventuroso di realizzazione di sé, delle esigenze più profonde che portiamo nel cuore del nostro desiderio?
Il punto è che c’è sempre da combattere.

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Contro tutti coloro che ti impediscono di crescere, contro tutte le circostanze che rispondono picche ai tuoi desideri, perfino contro tutte quelle parti di noi stessi che sentono la pena di cambiamenti e conversioni.
E allora? A che pro?



Quando partecipiamo a un workshop creativo o leggiamo un bel manuale di creatività pratica, e ci mettiamo nello spirito giusto che è quello di gioco, tutto appare divertente, facile e appassionante.
Avvertiamo che in quella direzione si svilupperebbero i nostri talenti percettivi, comunicativi, la magia della comunicazione felice.


Ma quando ritorniamo a casa, e facciamo i conti con “la realtà” (la testa dura del nostro partner, la presunzione del capo, la rigidità dell’ambiente di lavoro, la mancanza endemica di quattrini, la mancanza di tempo da dedicare al nostro nutrimento spirituale, la mancanza di tempo e di informazioni per delle buone letture, la mancanza di tempo per una passeggiata senza meta nel parco o nel bosco, la ragnatela di doveri e di impegni che abbiamo assunto, e via discorrendo...) allora ci sembra che ci siamo illusi.

E’ un po’ come quando ti innamori. All’inizio è un’esplosione di sogni. La vita straordinaria di pienezza e passione è lì che ti chiami e tu ne sei attratto in ogni tua fibra. Finalmente eccola! Ma poi, quando questo innamoramento esce dal periodo delle campane a festa ed entra nella quotidianità, nella realtà della vita di coppia di tutti i giorni, risulta chiaro che non è come avevi sognato, ci sono difficoltà di comunicazione, irritazioni che scaturiscono dalle cose e dalle situazioni senza che tu le chiami, appaiono aspetti poco amabili dell’altro. Lo slancio e la fiducia calano e tu ti ritrovi in conflitto, con il partner e con te stesso. E ti domandi ripetutamente se è stata una scelta giusta e se durerà ancora a lungo, perché così proprio…

Cosa vuoi dire Guarini?
Voglio spostare l’attenzione sul rapporto tra creatività e conflitto.
Non avete notato che tutte le grandi innovazioni in ogni campo della civiltà che la creatività umana ha prodotto nella storia sono sempre la risposta creativa ad un conflitto che produceva pena, dolore, fatica, sfruttamento, insufficienza e mancanza?
La necessità aguzza l’ingegno, dicevano i nostri vecchi (solo quelli vivaci e creativi).
E dunque?
Solo questo: che il conflitto, la sofferenza, il dolore, la mancanza, la perdita, perfino il fallimento, possono essere (e lo sono stati) letti in altro modo. Possono essere interpretati come ragioni che scoraggiano e inducono a sposare di fatto una filosofia da valle di lacrime. Ma possono anche essere letti come sfida stimolante a cercare soluzioni e miglioramenti, strategie, tecniche, strumenti, di ogni genere per alleviare sofferenza, fatica, depressione, mancanza. Guardando la storia umana, dall’invenzione dell’arco per cacciare, dell’uso del fuoco, della ruota in poi, si potrebbe dire che gli umani si sono rivelati dei portenti di creatività nell’inventare espedienti per uscire da situazioni di disagio e alleviare il dolore.
Ha un senso tutto questo per l’impresa, per l’individuo che sogna di intraprendere, oggi, e usare

creatività per migliorare e realizzarsi?
Credo proprio di sì.
Credo che questo individuo intraprendente sia uno che impara presto a fare i conti col conflitto in maniera creativa. Il che significa, in termini semplici, che impara innanzitutto a guardare al conflitto (di ogni genere - interiore tra le parti di sé, ed esteriore con l’ambiente e gli eventi) come a una sorta di sfida amica, che lo intriga, lo stimola, lo spinge ad uscire dai vecchi schemi, ad uscire anche da sé, dal suo vecchio equilibrio, a riprendere il cammino, ad alzarsi in piedi, a rinnovare le energie.
Se chiedete ad un creativo intraprendente che ha avuto successo di raccontarvi la sua storia, è indubbio che vi racconterà le situazioni drammatiche in cui si è trovato, le paure che ha dovuto fronteggiare, e vi dirà di come gli sia venuta quell’idea che ha risolto, di come ha trovato la forza di buttarsi senza di che non sarebbe potuto accadere che…

Nei conflitti, l’abitudine e la tradizione ci spingono alla polemica. Criticare e polemizzare ha anche una funzione importante. Ma bisogna riconoscere che la polemica - io ho ragione tu hai torto - è brava soprattutto a demolire. Che non è vero che demolendo si costruisce.
La costruzione è sempre affidata alla capacità di inventare, proporre, creare.
Il rinnovamento può portare a distruggere un vecchio mondo, un vecchio sistema, una vecchia configurazione. Ma lo fa in forza del nuovo che appare ormai potente e inarrestabile (anche se solo in fasce).

Creatività e impresa devono fare i conti col conflitto. Il primo passo è quello di imparare a vedere il conflitto come una sfida creativa (E questa è una potente mossa creativa). E sviluppare l’arte di rispondere al conflitto con la creazione di incanti, innovazioni, strategie, alternative. E’ in questo modo che si sviluppano i muscoli della creatività.

 

Eugenio Guarini, è pittore e autore di una newsletter che riunisce e da voce a molte persone in cerca. Per conoscere le sue opere e ricevere le sue newsletter scrivigli: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Letto 21526 volte Ultima modifica il Venerdì, 13 Aprile 2012 15:39