Mercoledì, 06 Marzo 2013 21:01

Open Source e dintorni In evidenza

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free as in freedom, not free as a beer

Come la libertà entra nel mondo del software e perchè l'Open Source è proprio Zen!

 

Dall'inizio degli anni '80, con la visionaria Free Software Foundation fondata da Richard Stallmann, il software libero ha sempre contrapposto una visione “etica” del software e dell'informatica, a contrastare lo strapotere delle grandi corporation statunitensi.

Il software libero (free software, nota bene: free as in freedom, not free as a beer!) ha negli anni guadagnato consensi, basandosi sulle quattro libertà impostate dalla FSF:

-          Freedom 0: libertà di eseguire il programma per qualunque scopo

-          Freedom 1: libertà di studiare come funziona il programma e di modificarlo a piacimento

-          Freedom 2: libertà di redistribuire copie del programma a chiunque

-          Freedom 3: libertà di modificare e distribuire le copie modificate, dando a tutta la community l'opportunità di beneficare delle modifiche effettuate

Il lavoro pioneristico di Stallmann è stato poi ampliato da Linus Torvalds (il creatore di Linux, il primo sistema operativo open) e dal movimento Open Source fondato da Eric Raymond, che mette l'accento più sulle caratteristiche tecniche del software “aperto” che sulle necessità “etiche” del software libero.

Oggi il software libero, anche se non è mai riuscito a scalfire il monopolio Microsoft nei personal computer, sta vincendo su tutti i fronti delle nuove tecnologie, dalle tecnologie Web ai nuovi device:

  • ·Google, Facebook, Twitter e Wikipedia girano su software open source
  • ·il 90% dei 500 supercomputer più veloci al mondo gira con Linux
  • ·il 70% dei siti Web del mondo usa server free: Apache, nginx, etc.
  • ·la maggioranza degli smartphone venduti al mondo usa software open, da Android a Symbian a Tizen
  • ·la totalità degli e-book, a partire da Kindle, usa Linux
  • ·anche mondi “chiusi” come Apple, usano sistemi aperti: Ios è un sistema BSD

In Italia resta ancora una certa diffidenza verso il software libero, spesso visto come una scelta per “smanettoni” o per maniaci dell'informatica. Molti di noi proprio non sanno che usano software libero tutti i giorni, anche solo telefonando o facendo una ricerca su Google. Questa diffidenza è ancora maggiore nel mondo aziendale, dove, oltre a una scarsa conoscenza dei programmi “open”, viene sottolineata anche una carenza di strutture in grado di fornire assistenza sul territorio con le necessarie garanzie.

 

D'altra parte ci sono molte motivazioni (spesso etiche) a favore del software libero per aziende e sviluppatori:

-          perché è il settore ICT con il maggiore tasso di crescita da diversi anni, e dà più possibilità di impiego o di intraprendere un'attività professionale;

-          perché sono open i prodotti leader di mercato nelle nuove tecnologie mobile;

-          perché si può leggere il codice sorgente, capire come sono state disegnati i prodotti, sviluppare plugin, modificare il sorgente e sperimentare soluzioni diverse;

-          perché si può partecipare allo sviluppo di nuovi prodotti inserendosi in community internazionali, e anche proporre nuovi progetti;

-          perché tutto questo si può fare da casa, senza emigrare e fare il pendolare;

-          perché tutte le conoscenze e gli strumenti che servono e che man mano vengono acquisite sono gratuite (e in seguito sono restituite alla community);                                      

-          perché quando qualcuno mi commissionerà un lavoro, pagherà me che vivo qui, non opache multinazionali che non mi fanno accedere alle loro conoscenze e mi danno una minima parte del guadagno;

-          perché poi si possono trasmettere le conoscenze a qualcuno con cui fare impresa, qui dove viviamo, o  collaborare con la locale università, creando una rete di conoscenze e di attività con una positiva ricaduta anche su altri settori produttivi e sociali del territorio.


Da queste considerazioni siamo partiti per proporre la Rete Italiana Open Source(RIOS), un ecosistema di imprese, fra i principali operatori italiani del settore, che hanno deciso di mettere in comune esperienze, risorse e servizi professionali sui prodotti Open Source.

Le realtà che hanno deciso di aggregarsi nella Rete sono system integrator e maintainer di prodotti Open Source con oltre 450 addetti e sedi in gran parte del territorio nazionale. Il nuovo soggetto può  offrire una gamma completa di soluzioni, godendo appieno dei benefici dell'Open Source senza rinunciare a sicurezza, servizi, supporto e garanzia di soluzioni di livello Enterprise.

In un mercato dove il capitale umano e le competenze diventano prioritarie, RIOS sposta l'asse dalla competizione alla collaborazione, mettendo a disposizione soluzioni integrate, un'esperienza più che ventennale nel mercato dell'ICT, l'utilizzo di metodologie agili di progettazione e sviluppo. La Rete sta partendo: il 19 febbraio c’è stato l'annuncio ufficiale alla stampa. Qualcun altro vuole partecipare?

 

Carlo Vaccari

http://vaccaricarlo.wordpress.com

 

 

Letto 43421 volte Ultima modifica il Martedì, 09 Aprile 2013 18:18